GRANI ANTICHI: identità e origini

Gli studi agronomici condotti negli ultimi decenni hanno consentito di raccogliere sui territori, analizzare e caratterizzare l’identità genomica di una trentina di popolazioni locali, in prevalenza di grano duro. (2) È risultato così possibile identificare con certezza le 19 specie di grani antichi iscritti nel Registro Nazionale delle Specie da Conservazione, grazie alla loro impronta genetica (fingerprinting). (3)
Questo primo, importantissimo risultato non è peraltro sufficiente a garantire il consumatore circa l’effettiva provenienza e purezza della materia prima.

 

La diffusa pratica di seminare varietà locali di grani antichi non provenienti da lotti certificati dal CREA e la stessa pratica del reimpiego del seme aziendale – allorché non accompagnata dalle operazioni tradizionali di epurazione e ammannato, che consentivano di scartare le spighe spurie e scegliere le migliori – possono però incidere negativamente sulla purezza dei grani coltivati. In uno scenario preoccupante, dal punto di vista agronomico, poiché il grano tenero è molto più competitivo del grano duro e con il trascorrere delle annate agrarie tende a prendere il sopravvento. Con il rischio di compromettere in via definitiva l’identità del seme raccolto e dei prodotti derivati.

 

 

Metodo innovativo di analisi, lo studio italiano

(articolo originale: https://www.greatitalianfoodtrade.it/innovazione/grani-antichi-un-metodo-innovativo-di-analisi-per-verificare-identit%C3%A0-e-origine)